computer - Massari Electronics

  • GPS TSync

     VERSIONE: 1.0 | SISTEMA OPERATIVO: WINDOWS (32/64bit) 2000, XP, Vista e 7 | RILASCIO: OPEN SOURCE

    Il programma GPS TSync è in grado di sincronizzare l’orario del computer con l’orario del sistema GPS. Infatti i satelliti del sistema GPS sono dotati di precisissimi orologi atomici in grado di garantire la precisione delle informazioni per permettere ai navigatori satellitari di rilevare la posizione. Questo, unito alla possibilità di ricevere tale segnale ovunque e alla possibilità di utilizzare ricevitori disponibili via seriale e bluetooth hanno fatto si che sia diventato un mezzo molto utilizzato oltre che per permettere l’utilizzo dei navigatori satellitari, anche per eseguire la sincronizzazione dei dispositivi in cui l’orario è importante che sia sempre giusto e preciso.


    Questo programma permette ad un comune PC Windows di avere sempre un orario preciso e sincronizzato, questo è utile se nel computer sono in esecuzione programmi in cui la correttezza dell’orario è fondamentale, come ad esempio nei sistemi aziendali, domotici (es. MassaBus) e in altre applicazioni critiche. E’ dedicato in particolare per chi deve garantire la sincronizzazione dell’ora nei PC non connessi ad internet e che quindi non hanno la possibilità di sincronizzare l’ora via NTP, infatti nei PC con moderni sistemi operativi (Windows, Linux e altro) connessi ad internet la sincronizzazione è possibile grazie al protocollo NTP in grado di garantire a qualsiasi dispositivo connesso in rete che supporti tale protocollo la sincronizzazione dell’orario con uno dei tantissimi server aventi come campione dell’orario un orologio atomico.

    Il ricevitore necessario a questo programma per funzionare è una comune antenna GPS reperibile in qualsiasi negozio di elettronica per cellulari o computer. Ne esistono di vari modelli anche se quelli più comuni sono dotati di connettività bluetooth, nella parte sottostante è stato dedicato un paragrafo per avere informazioni sulle antenne e su come configurarle. Il programma utilizza la porta seriale COM per collegarsi all’antenna: essa può essere una vera seriale (se l’antenna utilizza una porta seriale), oppure una seriale emulata (se utilizza bluetooth o usb)

    Il programma ha le seguenti funzioni:

    • Sincronizzazione manuale e automatica dell’ora: è possibile scegliere se sincronizzare l’ora dopo ogni n ore prestabilite, oppure ad un orario preciso del giorno
    • Possibilità di attivare e disattivare l’antenna GPS in automatico (l’antenna si attiva solo durante la sincronizzazione) oppure di lasciarla sempre attiva
    • Regolazione automatica del fuso orario a seconda delle impostazioni del sistema (passaggio ora legale/solare incluso)
    • Possibilità di impostare un tempo massimo di FIX e l’intervallo di aggiornamento dei dati provenienti dall’antenna, nonché la velocità della porta seriale e la seriale stessa

    Il funzionamento del programma è incentrato sulla apertura di una porta COM seriale per poter ricevere le istruzioni dall’antenna secondo un protocollo chiamato NMEA 0183 che viene utilizzato nella stragrande maggioranza dei dispositivi per la navigazione. Tale protocollo prevede delle precise stringhe ASCII aventi vari dati per poter ricavare la propria posizione nel mondo e tantissimi altri dati:  tra questi anche la data e l’ora esatta secondo il formato UTC (Tempo coordinato universale). Per poter utilizzare queste informazioni è però necessario effettuare il FIX dei satelliti, ovvero è necessario che l’antenna riesca a ricevere i dati da almeno 3 satelliti GPS, questa operazione di “ricerca satelliti” ha una durata variabile a seconda di vari fattori anche se solitamente non dovrebbe richiedere più di 10 minuti.

    Il programma visualizza in bella vista due orari: l’ora a sinistra rappresenta l’ora ricevuta dal GPS corretta già a seconda delle impostazioni di fuso orario, visto che in realtà l’ora ricevuta sarebbe quella UTC, mentre a destra l’ora attuale del sistema PC.
    Quando avviene la sincronizzazione (automatica o tramite il pulsante “Sync Time”) il programma provvede ad effettuare il FIX (se non già fatto) e a sincronizzare data, ore, minuti e secondi anche se quest’ultimi non vengono visualizzati dal programma.

    In alto a destra è possibile osservare lo stato dell’antenna GPS (in “GPS status”):

    • Se indica “COM  ERROR” significa che il programma non è riuscito ad aprire la porta COM
    • Se indica “IDLE” significa che l’antenna è disattivata in attesa di una nuova sincronizzazione
    • Se indica “WAITING  FIX” significa che l’antenna è in attesa di effettuare il FIX dei satelliti
    • Se indica “FIX OK” significa che è stato effettuato il FIX e si stanno ricevendo i dati dal GPS

    N.B.: Durante il FIX dei satelliti l’ora del GPS potrebbe essere visualizzata: senza FIX tale orario non è affidabile, pertanto il programma effettua la sincronizzazione solo a FIX avvenuto.

    IMPOSTAZIONI PROGRAMMA

     

     

    Cliccando su “settings” è possibile impostare alcuni parametri in particolare:

    • La porta COM (reale o virtuale) con il quale è possibile comunicare con l’antenna
    • La velocità in baud rate che l’antenna supporta (solitamente 9600)
    • Tramite “always active” si imposta la porta COM in modo che sia sempre attiva: questo permette di avere un sincronizzazione rapidissima in quanto l’antenna ha già trovato tutti i satelliti visibili in precedenza. Mentre impostando “Only on synchronization” la seriale viene attivata solo quando viene effettuata la sincronizzazione: questo permette di ridurre i consumi ma al contempo fa si che la sincronizzazione duri più a lungo (deve cercare nuovamente i satelliti) in quanto alcune antenne si disattivano senza un collegamento seriale.
    •  Con “Minimize at program startup” è possibile avviare il programma ridotto ad icona: questo permette di avviarlo nella parte a fianco del’orologio. Questo è utile in particolare se il programma viene avviato automaticamente (copiandolo in start > programmi > esecuzione automatica)
    • “T GPS data (s)” permette di impostare l’intervallo di tempo che passa tra una lettura dei dati dall’antenna e l’altra (il valore predefinito è 5 secondi). E’ importante notare che il ritardo nella sincronizzazione  nel tempo non è di 5 secondi in quanto una volta passato il tempo il programma imposterà il più recente aggiornamento di orario ricevuto dal momento in cui è finito il tempo.
    • “Fix timeout (m):” permette di impostare il tempo massimo prima che il programma annulli la sincronizzazione in caso di mancato FIX dei satelliti. Il valore di default è 20 minuti.
    • Con “sync at program startup” è possibile aggiornare il tempo anche al primo avvio del programma
    • Inoltre è possibile impostare la sincronizzazione per far si che avvenga ogni n ore o ad una ora specifica

     

    INSTALLAZIONE RICEVITORE

     

    Si prenderà il caso di un ricevitore bluetooth (nella figura in alto, a sinistra) e una antenna GPS bluetooth come quelle visibili in figura a destra (due modelli): è il tipo più comune ed economico.
    Per poterla utilizzare è innanzitutto necessario dotare il computer, se non presente, di un ricevitore bluetooth e tramite il programma di tale ricevitore “appaiare” l’antenna GPS con il computer (questo procedimento solitamente richiede un codice che nella maggior parte delle antenne è 0000).
    Una volta effettuato questo procedimento che varia a seconda del driver bluetooth utilizzato è necessario scoprire quale porta COM è stata assegnata all’antenna bluetooth, solitamente questo è possibile selezionando nella lista dei dispositivi bluetooth la propria antenna e da li andare nelle proprietà. Una volta trovata va impostata nel programma. Nella figura sottostante è visibile il modo per scoprire la seriale con Windows 7:

     

     

    Nel caso in cui si usino antenne seriali è necessario collegarle ad una porta COM che andrà specificata al programma, mentre per le antenne GPS USB il procedimento è analogo a quello descritto.

    POSIZIONAMENTO ANTENNA

    Per ottenere un buon segnale GPS la condizione migliore sarebbe quella di porre l’antenna in esterno. Sebbene il bluetooth faciliti questa possibilità in quando tra PC e antenna non sono richiesti fili, spesso non è una buona idea porre l’antenna all’esterno senza una adeguata protezione. Dai miei esperimenti è risultato che alcune antenne riescono a ricevere benissimo anche negli edifici interni e chiusi con un FIX molto rapido (usando una HOLUX M-1200), mentre altre faticano e spesso in edifici completamente chiusi (senza finestre o porte) risulta impossibile effettuare il FIX. Ciò dipende molto dal chip utilizzato dall’antenna e dalla posizione dei satelliti GPS nel momento in cui si vuole effettuare il FIX. Se si vuole effettuare un utilizzo continuativo è necessario anche provvedere alla continua alimentazione dell’antenna.

    ALTRE IMMAGINI


    DOWNLOAD PROGRAMMA E SORGENTI

    ATTENZIONE: Se si utilizza il programma con Windows Vista o 7 è necessario avviare il programma con i diritti amministrativi in quanto altrimenti non sarà possibile applicare il nuovo orario al sistema operativo.

    Il programma è disponibile gratuitamente e richiede la presenza di .net framework 2.0 o superiore. I sorgenti possono essere utilizzati con Visual Basic 2010 o Visual Studio 2010.

    Se il programma ti è stato d’aiuto e vuoi contribuire agli sviluppi futuri puoi effettuare una donazione libera con il pulsante in alto a destra del sito.


     

            

    DOWNLOAD ESEGUIBILE     DOWNLOAD SORGENTI

  • MassaBus Application Example

     VERSIONE: 1.0 | SISTEMA OPERATIVO: WINDOWS (32/64bit) 2000, XP, Vista e 7 | RILASCIO: OPEN SOURCE

     

    I DISPOSITIVI MASSABUS SONO ORA IN VENDITA COMPLETI E AGGIORNATI QUI!

    Il software MassaBus Controller da solo non è in grado di controllare le funzioni affidate al sistema domotico MassaBus, per questo motivo esso dispone di una modalità automatica che permette ad un software esterno di controllare le varie unità del bus domotico attraverso un porta TCP/IP. Tale software può essere adattato al massimo per soddisfare le esigenze dell’utente finale. In questa parte si analizza un software di esempio per comprendere alcuni aspetti della domotica: il monitoraggio e la mutazione immediata delle funzioni.


    Il software di esempio progettato si occupa di visualizzare a video la temperatura di due sensori di temperatura (schede Temperature sensor) presenti nel bus e monitorare l’attivazione di un sensore di movimento piroelettrico PIR attraverso l’ingresso 1 di una scheda Multi I/O Device. Quando il sensore PIR rivelerà un movimento il software a seconda della modalità impostata via software può intraprendere due azioni: accendere una luce o attivare un allarme. Queste due funzioni vengono svolte in maniera immediata e senza alcuna modifica alla circuiteria del sistema, rappresentando quindi la praticità di utilizzo di un sistema domotico.

    La circuitazione di esempio utilizzata con il software di controllo e il sistema MassaBus è visibile in figura sotto, dove è anche possibile vedere un esempio di assegnazione degli indirizzi delle schede nel bus. 

     

    In tale circuito si nota la presenza di un campanello di allarme, di una luce e del sensore PIR per il rilevamento dei movimenti. Il campanello richiede una tensione di 12Vac, mentre la luce a led viene alimentata con 16Vdc eppure non vie è alcun problema di pilotaggio essendo il relè considerabile come un normale deviatore meccanico. Il sensore PIR invece provvede a fornire al primo ingresso una tensione di 16Vdc (che è supportabile dalla scheda nonostante l’ingresso sia progettato per una tensione di 12V) che si occupa di attivare il fotoaccoppiatore di ingresso e il led di segnalazione.

    Questa applicazione ovviamente ha una dubbia utilità, permette però di capire come un sistema domotico possa “interagire” con l’ambiente circostante. Ad esempio se nel computer master viene installato un cellulare GSM con opportuno software di controllo comunicante via TCP/IP con il software MassaBus Controller, sarà possibile controllare a distanza l’ambiente in cui il sistema MassaBus è installato. Tutto questo tramite normali SMS o chiamate dati.

    Il circuito descritto montato fisicamente è visibile in figura sotto dove si possono notare in centro la campana di allarme, il sensore PIR e introno le schede MassaBus utilizzate. 

    ALTRE IMMAGINI

    Sono disponibili i sorgenti per Visual Basic .NET (gratuito) o Visual Studio 2010 e l'eseguibile compilato per avviare direttamente l'applicazione.

    DOWNLOAD FILE SORGENTI

    DOWNLOAD ESEGUIBILE

  • MassaBus Mini I/O Device

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    I DISPOSITIVI MASSABUS SONO ORA IN VENDITA COMPLETI E AGGIORNATI QUI!

    Questa scheda è la versione ridotta della scheda Multi I/O Device del sistema domotico MassaBus. Dispone di 4 uscite a relè e di 4 ingressi digitali optoisolati e condivide la maggior parte dei comandi della scheda gemella più grande.

    SCHEMA ELETTRICO


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    Lo schema è semplificato rispetto alla scheda Multi I/O Device, si nota in particolare l'uso di un microcontrollore più piccolo 16F628A e la mancanza del convertitore analogico-digitale. L'integrato ULN2803A è stato sostituito da 4 transistor per ottimizzare spazio e costi.

     

    FIRMWARE

    Il firmware è stotanzialmente identico a quello della scheda Multi I/O tranne per la mancanza delle istruzioni che eseguivano le funzioni del convertitore analogico-digitale che in questa scheda non è presente.

     

    REALIZZAZIONE PRATICA

    Di seguito è possibile osservare il circuito su PCB, l'immagine è puramente indicativa. Per realizzare le schede fate riferimento ai file allegati.

    Attenzione che alcuni componenti (diodi, resistenze) sono montati in verticale quindi un terminale va sulla scheda e l'altro terminale assume la forma di "u" rovesciata per poter arrivare anch'esso alla scheda.

    Fate attenzione anche a montare i due ponticelli presenti sulla scheda, realizzabili con del filo nudo.

    brdminiio

     

    ALCUNE IMMAGINI

      

     

    I file per la realizzazione della scheda sono in formato PDF con sorgente in formato per FidoCAD, il firmware è compilato in formato HEX con il sorgente per l'IDE MikroBasic (in versione free).


    DOWNLOAD FILE PROGRAMMA MICROCONTROLLORE   

    DOWNLOAD FILE REALIZZAZIONE SCHEDA

                                                                     

       

  • Music light

    Ti interessa acquistare la versione aggiornata di MusicLight (ora SoundLight) già pronta all'uso? Clicca qui.

     Ecco qui presentato un mio nuovo progetto realizzato in seguito ad una richiesta di un mio amico. 

    Lui aveva bisogno di un circuito che facesse lampeggiare a ritmo di musica dei led o altri tipi di fonti luminose attraverso l’uscita audio del computer.
    Successivamente, vista la bontà del circuito, me ne sono costruito uno anche per me e me lo sono messo in camera a mo’ di discoteca!!!

    Ma partiamo subito con la descrizione del circuito:

    Componenti necessari:
    R1 470K
    R2 150K
    R3 100K
    R4 22K
    R5 4,7K
    R6 4,7K
    R7 1K
    R8 trimmer 4,7K
    R9 56K
    R10 1K

    R11 1K
    C1 47nF oppure come nel mio caso (4 * 10nF)
    C2 4,7uF
    C3 1uF
    C4 47uF
    C5 220uF
    TR1 BC547
    TR2 BC547
    TR3 BC547
    D1 1N5408 (a seconda del carico in uscita)
    Q1 Mosfet IRF540

    Il circuito è composto da un ingresso per l’alimentazione, uno per l’audio e da un uscita per collegare le lampadine o led da controllare.
    L’alimentazione necessaria al circuito (e disponibile in uscita) è di 12 volt, quindi è adattabile sia alle alimentazioni del Personal Computer, sia ad un alimentatore esterno.
    Lo schema può essere sostanzialmente diviso in 2 parti:
    La prima parte è formata da un amplificatore a BC547 (o equivalente) che amplifica il segnale proveniente dalla scheda audio pel PC (che solitamente arriva al massimo ad una tensione di 1 – 2 V picco-picco) ad un valore di tensione che può arrivare fino a 3-4 V picco picco.
    Nel dettaglio si può osservare che il segnale passa subito nel condensatore in poliestere C1 da 47nF (nello schema ce ne sono quattro in parallelo perché nel mio laboratorio avevo solo condensatori in poliestere da 10nF), questo condensatore serve a non far tornare indietro (verso il computer) la corrente continua che tiene polarizzato il transistor TR1, infatti dopo il condensatore avremo il segnale più la componente continua che mantiene i transistor polarizzati in zona attiva. TR1 amplifica il segnale che poi va alla base di TR2 dove viene ulteriormente amplificato.
    A questo punto C3 esegue il lavoro inverso di C1 permettendoci di riottenere il segnale amplificato senza la componente continua e senza sfasamenti nella sinusoide.

    Seconda parte del circuito
    Come si può notare il tutto parte da un potenziometro che permette di regolare la sensibilità del circuito, questo è utile soprattutto se lo collegherete a distanza dal PC o per avere la luminosità preferita.
    Quando nessun segnale è presente in ingesso e la tensione data dal potenziometro (quindi quella tra base ed emettitore di TR3) è maggiore di 0.7V il transistor forzerà a massa l’alimentazione dal gate del Mosfet di tipo N che risulta interdetto (ovvero luci collegate spente all’ uscita), in questo caso il circuito è a riposo.
    Quando dalla uscita audio del computer esce un segnale la prima parte del circuito lo amplifica e lo riporta amplificato su C3.
    Il potenziometro è collegato da un capo alla tensione positiva di alimentazione e dall’ altro alla massa permettendoci di selezionare una tensione che va da 12 volt (considerando il diodo D1 ideale) a 0 volt. Il cursore del potenziometro è collegato a R9 da 56Kohm che fa passare una debolissima corrente (dipendente dal potenziometro) che C3 va ad assorbire in presenza di segnale portando in interdizione TR3 che quindi non può più forzare a massa il gate del Mosfet di tipo N IRF540 (siglato Q1) che va in conduzione e fa accendere il carico collegato in uscita.
    Ovviamente essendo un segale audio il transistor TR3 non viene interdetto continuamente ma segue l’andamento della tensione del segnale e quindi della caria e scarica di C3 ed è proprio questo che ci da l’idea della luce a ritmo di musica. Infatti in alcuni instanti il mosfet sarà interdetto o in zona lineare o in saturazione a seconda di TR3 il cui funzionamento dipende dalla corrente assorbita da C3 tra R9 ed R10 e quindi dal suono amplificato.

    NELLA COSTRUZIONE "A MANO" NON FATE RIFERIMENTO ALLE IMMAGINI SOTTOSTANTI MA ALLO SCHEMA E AI FILE DI EAGLE PRESENTI SOTTO LE IMMAGINI!

    Qui vi sono i file per realizzare la scheda (richiede programma CAD Eagle)

    DOWNLOAD

     

    COLLEGAMENTO DEL DISPOSITIVO
    Ecco lo schema di collegamento del dispositivo con evidenziati i componenti di taratura e dissipazione.


    Per funzionare il circuito necessita di un alimentazione a 12Vdc, l'ingresso audio andrà collegato alla fonte audio attraverso un classico jack da 3,5mm collegando un solo canale (es. L) e la massa. secondo il seguente schema:

    In alternativa è possibile collegare entrambi i canali stereo al musiclight miscelando assieme l'audio dei due canali attraverso due resistenze da 1Kohm, come visibile nella fugura sotto. In questo modo l'audio verrà prelevato da entrambi i canali senza però porli in cortocircuito!


    Tutti i dispositivi di illuminazione (funzionanti a 12V ovviamente) andranno collegati in parallelo all'uscita carico.
    Una volta effettuato il collegamento del circuito sarà necessario tararlo: questa operazione è molto semplice. Per prima cosa regolare il volume della sorgente audio ai valori preferiti, immettere un suono possibilmente vario e regolare il trimmer fino ad ottenere la sensibilità preferita. Se il volume in uscita porta anche col trimmer al minimo una saturazione delle luci (sempre accese) essendo il segnale in ingresso troppo alto è necessario porre prima della fonte audio (tra il segnale + del connettore) un trimmer (o un potenziometro) lineare da 4,7K con ai capi il segnale audio e la massa (in comune e collegata al -), mentre al cursore l'ingresso del circuito music light. Come visibile nella figura sotto.


    DISPOSITIVI DI ILLUMINAZIONE
    Nella versione che mi sono messo in camera ho collegato una striscia di led commerciale a 3 colori ed una piccola basetta auto costruita con saldati 2 led ad alta luminosità da 1 W collegati in serie e con ovviamente la resistenza di limitazione.

    Realizzazione del faretto con led ad alta luminosità

    Lo schema come potete vedere è minimale e semplice da realizzare, è composto da 2 led ad alta luminosità da 1W. I led possono essere dei qualsiasi tipo, l’importante è sapere la corrente assorbita e la tensione di soglia.
    Nel mio caso avevo dei led con tensione di soglia di 3,4V e un assorbimento di 350mA. Considerando che io ho 2 led in serie avrò la stessa corrente e tensione di soglia uguale alla somma delle 2 tensioni di soglia.
    Quindi 6,8 V come tensione di soglia e 350mA di assorbimento, ora si può procedere ai calcoli con l’immortale legge di ohm:

    Dove :
    R è la resistenza incognita
    Vcc è la tensione di alimentazione (deve essere maggiore della tensione di soglia ovviamente!)
    Vled è la tensione di soglia
    NB: il risultato è stato arrotondato per eccesso al valore di resistenze standard E12 più vicino

    Dato che l’assorbimento è abbastanza alto andrà calcolata anche la potenza dissipata dalla resistenza secondo la formula:

    Dove:
    R è il valore della resistenza
    I è la corrente che gli scorrerà attraverso
    P è la potenza che dissiperà
    NB: il risultato è stato arrotondato per eccesso al valore di potenza standard delle resistenze.


    Attenzione: in questo caso, dato il basso assorbimento dei dispositivi di illuminazione utilizzati, non è necessario applicare un dissipatore al MOSFET. Nel caso, però, che colleghiate più led di elevata potenza o addirittura fari ad incandescenza potrebbe essere necessario applicare un dissipatore al MOSFET ed allargare le piste che portano le correnti del carico modificando lo stampato o stagnando le piste. Anche il diodo D1 interviene nell'assorbimento dei dispositivi di illuminazione, proteggendo sia il circuito che il dispositivo di illuminazione dalle inversioni di polarità, e pertanto andrà opportunamente dimensionato (quello usato nel progetto accetta al massimo 6A). A vostro rischio e pericolo può essere anche omesso.

    Il MOSFET opportunamente dissipato può supportare una corrente massima continua di 16A (veramente tanti!).

     

    VIDEO

                                                     
       


    Buon lavoro!

  • OffTime

    VERSIONE: 3.0.0.2 | SISTEMA OPERATIVO: WINDOWS (32/64bit) XP, VISTA, 7, 8 | RILASCIO: OPEN SOURCE


    OffTime è un programma che premette di spegnere, riavviare o mettere in sospensione/ibernazione il PC dopo un tempo che è possibile impostare o ad un'ora specifica. Questo programma può essere di aiuto a tutte le persone che vogliono spegnere il PC dopo il download di un file senza lasciarlo acceso tutta la notte, oppure per quelli che non vogliono attendere la conclusione di alcune operazioni come masterizzazioni o codificazioni video e non vogliono lasciare il computer inutilmente acceso la notte. Se dovete finire di scaricare un file e dovete partire per il week-end non dovrete più lasciare il PC acceso tutto il tempo, ma potrete lasciarlo acceso solo per il tempo necessario a concludere il download!

    Offtime può eseguire le segunti operazioni:

    • Spegnere il computer in maniera normale o forzata (utile quando ci sono programmi che richiedono una conferma per chiudersi) anche su un computer remoto nella stessa rete locale
    • Riavviare il computer in maniera normale o forzata anche su un computer remoto nella stessa rete locale
    • Disconnettere l'utente in maniera normale o forzata
    • Bloccare il computer per evitare l'utilizzo da parte di estranei
    • Sospendere/ibernare la sessione
    • Chiudere uno specifico processo

    E' possibile impostare l'attivazione di un evento di avviso prima dell'esecuzione di una operazione, tra cui:

    • Attivare un suono di avviso dallo speaker interno al pc (se presente)
    • Attivare un suono di avviso dalle casse del pc
    • Visualizzare la segnalazione dei secondi rimanenti
    • Visualizzare un messaggio impostabile

    Durante il conteggio è possibile ridurre ad icona OffTime, che se oppurtunamente impostato vi permetterà di segnalare per tempo l'esecuzione dell'operazione. Inolte il programma non richiede alcuna installazione, è richiesta solamente la presenza di .net framework 2.0 o superiore.

    Il programma è COMPLETAMENTE GRATUITO e compatibile con Windows (64/32 bit) XP, Vista e 7.

    ECCO ALCUNI SCREENSHOT DEL PROGRAMMA

      

                        

    DOWNLOAD ESEGUIBILE                         SORGENTI VB.NET

    • Reflow casalingo GPU Nvidia e ATI Radeon

      Se siete in possesso di un computer avente una GPU Nvidia G84 o G86 potreste imbattervi in un serio problema hardware legato al chip. Infatti Nvidia ha dovuto dichiarare di aver sbagliato la lega di stagno presente nel lato saldature del chip e che questo comporta una dissaldatura di alcuni pin provocando il malfunzionamento dell’intero computer.

      La vicenda è iniziata nel 2008 e a tutt’oggi miete ancora vittime, infatti essendo un problema dovuto al materiale è imprevedibile sapere se e quando il proprio chip difettoso smetterà di funzionare. Questo fattore dipende soprattutto dallo stress fisico dovuto al riscaldamento del chip: più repentino nei PC portatili (in cui vi sono stati i casi maggiori), meno nei PC desktop dove le parti elettroniche subiscono molto meno stress essendoci più dissipazione. Per chi fosse interessato alla vicenda e ai suoi sviluppi può consultare google da qui.

      Ma veniamo a noi, io dispongo di un portatile avente proprio una GPU Nvidia G84 precisamente la 8400M GS e dopo ben 3 anni dall’acquisto del computer (con cui mi sono trovato estremamente bene) si sono presentati i problemi alla GPU. I sintomi di tale malfunzionamento dovuto al chip Nvidia sono i seguenti:

      • Schermate multiple uguali (tipicamente 6) sullo schermo del computer (foto sotto) e/o distrbi vari nelle immagini del monitor anche nella visualizzazione del bios;
      • Blocchi improvvisi del computer con freccia e immagine sul monitor bloccata (l’immagine sul monitor può risultare anche riprodotta male);
      • Errori di blocco del driver video e schermate blu dovute al driver video.

      Ovviamente essendo un problema hardware un aggiornamento del bios o del driver video non possono risolvere nulla e l’unica possibilità è rivolgersi al produttore facendo valere i propri diritti, ma ahimè se si è fuori garanzia sarà necessario pagare l’eventuale riparazione o sostituzione della scheda madre anche rivolgendosi ad aziende esterne. La riparazione consiste in una procedura detta reflow che consta nel riscaldare i pin sottostanti per far si che venga ripristinato il contatto elettrico.

      Nel caso si voglia riparare il computer spendendo poco con soddisfazione è possibile seguire questa procedura dove viene illustrato un metodo “casalingo” di reflow da fare a casa propria. La procedura qui descritta va bene per i portatili aventi la scheda video integrata nella scheda madre o su scheda dedicata, mentre per i desktop sarà necessario operare direttamente sulla scheda video.

      ATTENZIONE: Tentare questa via solo se necessario (leggasi ultima spiaggia) e se siete abbastanza abili in elettronica, massarielectronics.it non si assume alcuna responsabilità sull’esito che otterrete!

      I metodi casalinghi di reflow sono principalmente due: uno prevede l’uso del forno elettrico di casa, mentre l’altro prevede l’uso di una pistola adaria calda (foto a fianco). In questa guida viene descritto il metodo con la pistola ad aria calda perché risulta più sicuro ed è possibile effettuarlo senza necessariamente smontare la scheda madre dal portatile. Il successo dell’operazione se tutto viene eseguito come descritto è molto probabile!

      OCCORRENTE

      • Pistola ad aria calda. Si trova in qualsiasi negozio per la casa o di bricolage, a meno di 20€, ed è possibile, con un po’ di pratica, utilizzarla in elettronica per saldare e dissaldare componenti a montaggio superficiale.
      • Del cartone di spessore in grado di proteggere gli altri componenti durante l’operazione di reflow del chip. Lo potete trovare negli imballaggi o nelle cassette della frutta di cartone. Deve essere di grosso spessore per evitare che prenda fuoco durante il riscaldamento!
      • Un cutter per tagliare il cartone nelle giuste dimensioni.
      • Cacciaviti adatti alle viti del proprio portatile.
      • Pasta termica di buona qualità per processori (es. Artic Silver 5).

       

      INIZIAMO LE OPERAZIONI

      Per prima cosa stacchiamo la batteria e il cavo di alimentazione dal portatile ed iniziamo ad aprirlo. Per effettuare il reflow spesso non è necessario smontare interamente il computer ed estrarre la scheda madre, ma è sufficiente (se siete fortunati, come nel mio caso) aprire uno degli sportelli presenti nella parte sottostante del portatile per poter accedere a cpu, gpu, chipset e dissipatore (solitamente unificato per tutti i componenti sfruttando una heat pipe). Usate un cacciavite opportuno per aprire le viti, ne eviterete il danneggiamento e l’impossibilità di svitamento.

      Una volta rimosso lo sportello dovreste trovare il corpo dissipatore ad heat pipe con ventola che sovrasta i vari chip più calorosi quali CPU, GPU e chipset della scheda madre. Ora sarà necessario rimuovere questo dissipatore per individuare la GPU Nvidia ed eseguire il reflow. La modalità di rimozione varia a seconda del portatile e se siete fortunati può essere fatta senza rimuovere la scheda madre dal portatile. La rimozione può risultare difficoltosa se la pasta termica presente tra i vari chip e il dissipatore fa da collante: procedete con cautela!

      Una volta rimosso approfittatene per pulire il dissipatore e la ventola dalla polvere. Rimovete ora dal chip Nvidia con un oggetto morbido gli eventuali residui di pasta termica, dovreste identificare facilmente la GPU Nvidia poiché è possibile leggere sul chip di silicio il marchio Nvidia con altre scritte (nei portatili poi risulta spesso più piccolo della CPU e del chipset) (figura sotto).

      Ora prendete il cartone e il cutter per creare una finestra di dimensioni corrispondenti circa alle dimensioni della GPU ed assicurate il cartone sul portatile utilizzando del nastro adesivo. Questo accorgimento proteggerà gli altri componenti durante la procedura di reflow. L’immagine sotto vi mostra come dovrà risultare la protezione di cartone.

      A questo punto siamo pronti ad effettuare l’operazione di reflow, solitamente le pistole hanno più temperature (tipicamente 300°C e 600°C) la pistola va impostata a circa 300°C.

      Accendiamo la pistola ad aria calda attendendo 10 secondi per far si che l’aria in uscita raggiunga la giusta temperatura. Ora posizioniamo la pistola in verticale con il getto d’aria verso la GPU muovendo la pistola sull’asse verticale, posizionandola continuamente e alternativamente a una trentina di centimetri e a pochi centimetri dalla GPU per circa un minuto, come visibile nelle figure sotto.

      Una volta terminato lasciate il computer fermo a raffreddare per alcuni minuti senza forzarne il rafreddamento. Ora siamo pronti a rimontare il portatile iniziando con il mettere la pasta termica sul chip Nvidia: disponetela con un cotton fioc in modo uguale su tutto il chip. Fate attenzione a non esagerare perché lo strato deve essere il più sottile possibile. Rimontate, infine, il dissipatore e lo sportello esterno del portatile.

      Bene, a questo punto non ci resta che verificare la buona riuscita dell’operazione: buona fortuna. Io ho effettuato questa operazione ed a tutt’oggi il portatile è perfettamente funzionante! Alcune volte però l'operazione va ripetuta più volte nel corso del tempo, in quanto il problema potrebbe ripresentarsi.

    • Scheda interfaccia MassaBus

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      I DISPOSITIVI MASSABUS SONO ORA IN VENDITA COMPLETI E AGGIORNATI QUI!

      La scheda di interfaccia bus MassaBus si occupa di adattare i segnali dell’interfaccia RS232 del computer master in segnali di tipo RS485, adatti alla comunicazione nel bus. La scheda può essere alimentata a 5V sia dalla scheda di alimentazione (che ha una apposita uscita riservata a questa scheda), sia dal computer master con cui è collegata via seriale RS232 visto che i PC solitamente dispongono già di linee interne di alimentazione stabilizzate a 5V.

      Nella figura sopra è possibile notare il layout della scheda che dispone nel lato sinistro del connettore standard RS232 a 9 pin, mentre nel lato destro trovano spazio un connettore morsetto a 3 vie per collegare il bus domotico alla scheda (linee A,B e GND), un connettore a due vie per l’alimentazione a 5V della scheda e un dip switch dotato di tre interruttori che permettono di attivare la resistenza di terminazione della linea e le resistenze di polarizzazione del bus. Le modalità di attivazione e di collegamento sono state descritte nel capitolo relativo al bus RS485.

      La scheda dispone inoltre di un led verde che indica la corretta alimentazione della scheda e di un led rosso che indica l’attività del bus domotico, attivandosi quando il master effettua una chiamata ai device slave.

      CARATTERISTICHE SCHEDA

      Questa scheda presenta le seguenti caratteristiche:

      • Alimentazione a 5V (da scheda di alimentazione o PC master).
      • Interfaccia verso PC master RS232, adattabile ad usb con appositi convertitori.
      • Isolamento galvanico tra bus RS485 e RS232 tramite fotoaccoppiatori e convertitore DC/DC isolato.
      • Comando direzione dati bus RS485 tramite segnale RTS RS232.
      • Adattamento segnali RS232 – TTL.
      • Presenza led di segnalazione alimentazione e attività bus.
      • Possibilità di attivazione terminazione e polarizzazione sulla linea bus.

      SCHEMA A BLOCCHI

      Le funzioni della scheda possono essere rappresentate tramite uno schema a blocchi.

      Partendo da sinistra è possibile notare la presenza di un convertitore RS232 – TTL (MAX232) che si occupa di convertire i segnali tipici dell’interfaccia RS232 in segnali 0-5V TTL compatibili. Questi segnali TTL vengono utilizzati dai fotoaccoppiatori di isolamento che si occupano di mantenere galvanicamente isolate la linea dati lato RS232 dalla linea lato BUS.

      Le due parti della scheda (lato RS232 e lato BUS) oltre che essere isolate a livello di segnali sono isolate anche a livello di alimentazioni attraverso l’uso di un convertitore DC/DC isolato. Nel lato bus i segnali elettricamente isolati dalla parte dell’ interfaccia RS232 vengono mandati all’integrato transceiver MAX485 che provvede ad adattare i segnali entranti ai segnali necessari al bus RS485. In particolare il segnale RTS presente nell’interfaccia RS232 viene utilizzato, dopo l’isolamento tramite fotoaccoppiatori, per la selezione della direzione di comunicazione del transceiver RS485.

      La parte lato bus è direttamente alimentata dalla tensione a 5V entrante a destra dello schema a blocchi, mentre tutta la parte relativa all’interfaccia RS232 viene alimentata tramite il convertitore DC/DC. Il convertitore DC/DC può anche essere omesso collegando rispettivamente i terminali + e - delle due sezioni con dei ponti sulla scheda.

      TRANSCEIVER MAX232

      Questo integrato si occupa dell’adattamento dei segnali di tipo RS232 provenienti dal PC di controllo master ai livelli logici TTL standard, utilizzati da microcontrollori e circuiti digitali sbilanciati per collegamenti tra componenti.

      Inoltre, per poter inviare i segnali RS232 ai fotoaccoppiatori è necessario adattare, oltre che le impedenze e i livelli di tensione, anche i livelli logici associati alle tensioni effettuando le opportune inversioni. Infatti i segnali utilizzati (TxD,RxD e RTS) presenti nell’interfaccia RS232 presentano una logica negativa mentre nelle parti successive del circuito è richiesta una logica positiva.

      Tutte queste funzioni di inversione ed adattamento vengono svolte dall’integrato MAX232 della Maxim che contiene al suo interno dei duplicatori e invertitori di tensione che fanno uso di circuiti detti a “pompa di carica”. Questo permette di garantire, con una sola alimentazione di 5V, la tensione positiva e negativa dello standard RS232 con una efficienza molto alta. Lo schema interno preso dal datasheet in figura 2.20 rappresenta in maniera chiara le inversioni logiche effettuate sui segnali e i circuiti di duplicazione e inversione della tensione. Nella pratica la tensione entrante a 5V viene duplicata a 10V per essere in linea con i livelli di tensione dei segnali di tipo RS232. Successivamente tale tensione viene invertita a -10V consentendo di utilizzare entrambi i livelli +10V e -10V necessari alla comunicazione in standard RS232. Per effettuare tali operazioni l’integrato necessita di 5 condensatori (solitamente da 1uF) come rappresentato nello schema interno. Sempre dallo stesso si notano le resistenze di pull-down e pull-up che permettono di poter lasciare gli ingressi non utilizzati dell’integrato scollegati. L’integrato supporta la conversioni di 2 canali RS232 a TTL e di 2 canali TTL a RS232.

      CONVERTITORE DC/DC


      La scheda di interfaccia bus RS485 per poter garantire un isolamento totale tra l’interfaccia master RS232 e il bus RS485 necessita, oltre che dei fotoaccoppiatori dei segnali, anche di un convertitore DC/DC isolato. Questo dispositivo permette di alimentare un carico mantenendo le masse e le alimentazioni separate come se fossero due circuiti indipendenti.


      Il principio sui cui si basano questi convertitori è basato sull’utilizzo di trasformatori di isolamento operanti ad alta frequenza, che hanno dimensioni drasticamente ridotte rispetto ai trasformatori classici. Infatti il trasformatore in questo contesto permette di isolare galvanicamente i due circuiti (quello in ingresso al convertitore e quello in uscita) trasferendo l’energia attraverso un flusso magnetico. Per poter effettuare questa operazione è necessario che il trasformatore venga alimentato con una corrente alternata ad alta frequenza generata da un circuito oscillatore che permette di convertire la corrente continua in corrente alternata ad alta frequenza. Il trasformatore può quindi elevare, diminuire o mantenere pressoché identica all’avvolgimento primario la tensione presente nel suo avvolgimento secondario.Quando la tensione rimante dello stesso valore tra gli avvolgimenti il convertitore funge semplicemente da isolatore di sicurezza tra due circuiti operanti in corrente continua, proprio come nel caso della scheda di interfaccia bus RS485.

      La tensione in uscita dal secondario viene quindi riconvertita in continua tramite l’uso di diodi rettificatori e capacità di filtro, riottenendo la corrente continua simile a quella entrante in origine (per tale motivo è chiamato DC/DC).

      Questa scheda è stata progettata per supportare vari modelli di convertitori DC/DC isolati della Texas Instruments:

      • DCH010505
      • DCH010505D (versione con anche uscita negativa)
      • DCP020505
      • DCP020505D (versione con anche uscita negativa)

        Per semplicità di seguito verrà illustrato il modello DCH010505 prodotto dalla Texas Instruments, un integrato convertitore DC/DC non regolato e isolato da 1W di potenza. Esso si presenta con un package visibile in figura. Il trasformatore garantisce isolamento fino a 3.000V.

        Si è scelto di utilizzare vari modelli di convertitori DC/DC per garantire la massima flessibilità e la facile reperibilità del componente.

        Questo componente, essendo abbastanza costoso (10€ circa) può anche essere escluso procedendo in due modi:

        • Isolando completamente le due alimentazioni, collegando l'alimentazione (5V e GND) della linea isolata ai 5V e GND del pc a cui è collegato e collegando all'ingresso di alimentazione della scheda l'alimentazione del bus.
        • Collegando la linea isolata all'alimentazione del bus, in questo caso al posto dei convertitori è necessario apporre dei ponticelli rispettando le polarità (5V e GND).

        TRANSCEIVER RS485 MAX485

        Questo integrato, facente parte anch’esso della scheda di interfaccia bus, si occupa dell’adattamento dei segnali in logica TTL entranti in segnali a logica RS485 e viceversa. Nel dettaglio si occupa di effettuare le necessarie negazioni per garantire le caratteristiche differenziali della linea RS485 e i livelli logici TTL associati utilizzati nel resto della scheda.

        L’integrato è composto da un trasmettitore e da un ricevitore le cui attivazioni sono controllabili tramite due terminali:

        • RE: a livello basso attiva l’unità ricevente dell’integrato.
        • DE: a livello alto attiva l’unità trasmittente sul bus.

        FOTOACCOPPIATORE 4N25

        I fotoaccoppiatori sono dispositivi che permettono l’isolamento galvanico tra due circuiti,effettuando il trasferimento del segnale da un circuito all’altro attraverso la luce.Internamente il fotoaccoppiatore 4N25 è composto da un diodo led e da un fototransistor inseriti in un unico package DIP6 integrato, permettendo una elevata praticità e sicurezza di funzionamento essendo la coppia led fototransistor non influenzata dalla luce esterna.

          SCHEMA ELETTRICO

          Lo schema elettrico del progetto rappresenta il circuito elettrico che assolve alle funzioni citate nello schema a blocchi precedente. Si nota la presenza dei 3 fotoaccoppiatori 4N25 utilizzati per isolare i segnali e del convertitore DC/DC di isolamento della linea +5Viso che alimenta il MAX232 ed i relativi fotoaccoppiatori. Il fotoaccoppiatore 4N25 è composto internamente da un led e da un fototransistor completamente isolati elettricamente, pertanto il trasferimento dei segnali e dei dati avviene attraverso la luce. I led dei fotoaccoppiatori sono stati collegati ai circuiti di comando per mantenere la logica positiva anche con il fototransistor ricevente in configurazione invertente ed in maniera da garantire la direzione del segnale, in particolare FC1 e FC3 sono (a lato RS232) in trasmissione, mentre FC2 è in ricezione .

          Si può notare come il segnale RTS proveniente dal fotoaccoppiatore FC3 sia collegato al terminale di attivazione dal ricevitore ed al terminale di attivazione del trasmettitore del MAX485 per poter selezionare la direzione di comunicazione nel bus. Questo segnale è anche collegato ad un transistor che comanda l’attivazione del led rosso di segnalazione attività bus.

          L’integrato di gestione del bus MAX485 (precedentemente descritto) ha collegato nelle uscite A e B un dip switch a 3 poli che permette ai attivare in ordine la resistenza di attivazione e le due resistenze di polarizzazione del bus RS485.

          Nello schema sono presenti due tensioni di alimentazione e due masse: la +5V con relativa massa è l’alimentazione del bus (che è poi la tensione in ingresso nel circuito), mentre la +5Viso e la relativa massa è la tensione in uscita isolata al convertitore DC/DC che alimenta il lato RS232 della scheda.

          REALIZZAZIONE PRATICA

          Nella realizzazione non tenete conto dell'immagine del master seguente, ma fate riferimento ai file scaricabili a fine articolo!

          Altra versione (notare il diverso convertitore DC/DC)

           

          DOWNLOAD FILE REALIZZAZIONE SCHEDA

             

            • Sistema di controllo remoto "Remotecontrol"

              Il sistema Remotecontrol permette di controllare a distanza otto diversi carichi elettrici e lo stato di 5 ingressi digitali attraverso la porta parallela di un computer, oppure attraverso una scheda di input/output dedicata. Tale sistema è composto fondamentalmente da due computer con sistema operativo Windows collegati tra di loro attraverso il protocollo TCP/IP.

              Questi due computer possono essere definiti come:

              -SERVER
              Il computer server è quello che permette di usufruire di un determinato servizio attraverso il client. In questo sistema il server è il PC in cui risiede il circuito collegato alla parallela e l’applicazione software server di Remotecontrol.

              -CLIENT
              Il computer client è un sistema PC collegato a distanza con il server via protocollo TCP/IP, rete locale o internet, che permetterà all’utente di avere controllo dei carichi elettrici e di essere informato sullo stato attuale delle 8 uscite, inoltre se il modulo ingressi è installato permette anche di controllare lo stato di 5 ingressi digitali su parallela o 8 ingressi digitali su scheda dedicata.

              I programmi residenti nei due sistemi dialogano periodicamente per verificare che l’altro sistema sia effettivamente collegato, per prevenire mancate esecuzioni di comandi per motivi esterni (es. blackout alimentazione server, disconnessione accidentale dei cavi etc.) e per tenere il client costantemente sincronizzato con il server. Si è cercato di rendere il sistema hardware più modulare possibile per permettere all’utente finale di decidere il miglior compromesso tra necessità e possibilità di aggiornamento. Inoltre il sistema modulare permette una veloce sostituzione delle schede in caso di guasti dovuti all’usura o accidentali. Il sistema nella sua completezza è composto da una scheda input, una scheda output, una scheda di interfaccia e una scheda chiamata “Startcommand”. Tutte le schede sono descritte nel file PDF allegato.



              In seguito alla descrizione il sistema può essere riassunto come nell’immagine sottostante.

              IMMAGINI DEL SOFTWARE CLIENT E DEL SOFTWARE SERVER

               

              ALCUNE IMMAGINI DEL PROGETTO

                  

               

              FILE DEL PROGETTO

              N.B. i file relativi ai circuiti sono gestibili tramite il programma FIDOCAD, mentre i sorgenti software necessitano di Visual Basic .net

              DOWNLOAD PDF PROGETTO

              DOWNLOAD FILE CIRCUITI

              DOWNLOAD SOFTWARE

              DOWNLOAD SORGENTI

            • Sostituiamo i condensatori di una scheda madre

               

              Il problema dei condensatori elettrolitici rigonfiati o scoppiati è spesso presente nei componenti del computer più soggetti al calore, come la scheda madre. Il rigonfiamento del condensatore può provocare i più innumerevoli problemi del computer, come errori o comportamenti anomali (se il vostro computer ha comportamenti strani o errori casuali questa può esserne la causa!), proprio perché la funzione primaria di filtraggio del condensatore nelle linee di alimentazione viene meno. Un condensatore si rigonfia quando l’elettrolita al suo interno ha raggiunto temperature tali da evaporare e può fuoriuscire dal condensatore stesso dopo averne provocato il rigonfiamento, perdendo l’elettrolita il condensatore elettrolitico perde via via la sua capacità.

              I problemi ai condensatori nelle schede madri si presentano quasi sempre agli elettrolitici di filtraggio delle linee di alimentazione essendo questi soggetti a un proprio riscaldamento dovuto alle forti correnti che devono gestire durante il funzionamento del computer.

              In questo articolo viene descritto come sostituire i condensatori elettrolitici aventi questo problema in una scheda madre.

               

              ATTENZIONE: Tentare questa via solo se siete abbastanza abili in elettronica, massarielectronics.it non si assume alcuna responsabilità sull’esito che otterrete! E mi raccomando: prima di operare sui delicati circuiti elettronici assicuratevi di essere liberi da cariche elettrostatiche, toccando con mano apparati metallici collegati all'impianto di messa a terra!

               

              Occorrente:

              • Pistola ad aria calda, precedentemente descritta in questo articolo
              • Un paio di pinze non eccessivamente grandi
              • Avvitatore con punta di circa 0,9mm o meno
              • Saldatore a punta fine
              • Pasta per saldatura, acquistabile su internet o nei comuni negozi di componentistica elettronica

                  Per prima cosa identifichiamo i condensatori da sostituire, vedendo quali condensatori presentano anche un leggero rigonfiamento o una perdita di elettrolita sulla parte superiore, al contrario i condensatori sani presentano la parte superiore perfettamente piana e pulita (al massimo possono esserci alcuni segni di pennarello lasciati dal produttore). Osservando la scheda con attenzione è facile rilevare quali siano i condensatori da sostituire. Nella foto sotto è presente una scheda madre avente alcuni condensatori rigonfiati (cerchiati in rosso), in alcuni è anche evidente la perdita della soluzione chimica dalla parte superiore.

                   


                   

                  Per ogni condensatore annotiamo i suoi dati tecnici quali la capacità, la tensione massima di funzionamento e la massima temperatura operativa (solitamente 85 o 105°C), questi dati negli elettrolitici sono facilmente individuabili direttamente sul condensatore stesso. Ora ricerchiamo condensatori nuovi con tensione, capacità e temperatura operativa uguale o lievemente superiore ai condensatori da sostituire assicurandoci che siano a basso ESR (resistenza equivalente), ovvero adatti a filtrare le alte frequenze spurie presenti nelle linee elettriche del computer. In alternativa se avete qualche vecchia scheda madre potrete prelevare i condensatori adottando la stessa procedura qui descritta sulla vecchia scheda avendo cura, però, di non danneggiare il condensatore che si sta rimuovendo. Una volta procurati i condensatori siamo pronti alla sostituzione!

                  Per prima cosa ricerchiamo le posizioni dei pin dei vari condensatori da sostituire nell’altro lato della scheda (è sottointeso che questa procedura vale solo con condensatori a montaggio tramite pin e non superficiale). Troviamo una posizione comoda per poter rimuovere i condensatore con l’uso delle pinze e allo stesso tempo dal lato dei pin poter posizionare la pistola ad aria calda. Ora stringiamo con le pinze il condensatore da sostituire (evitando di danneggiarlo) e al contempo con un dito della stessa mano premiamo sulla superficie della scheda in modo da mantenere il condensatore in tiro (con delicatezza non deve essere strappato ma aiutato a staccarsi). La scheda va mantenuta possibilmente in verticale ed in bilico mentre con la pisola ad aria calda nell’altra mano riscaldiamo la zona in cui sono presenti i pin del condensatore che si sta tirando.

                  La pistola va tenuta molto vicino per far si che l’operazione duri il meno possibile. Dopo alcuni secondi il condensatore dovrebbe venire via, se ciò non avvenisse proviamo a far leva sul condensatore con la pinza. Dopo ogni rimozione consiglio di far raffreddare la scheda per un minuto, questo per evitare che si danneggino dei componenti della scheda durante l’operazione. Una volta rimossi tutti i condensatori si può passare alla fase successiva.

                  Ora controlliamo che i fori dove erano posizionati i condensatori siano liberi dallo stagno e quindi sia possibile inserire i nuovi condensatori in maniera agevole, se così non fosse prendiamo l'avvitatore con la punta da circa 0,9mm e foriamo sul foro otturato dallo stagno, facendo attenzione a forare esattamente al centro del buco.

                  Passiamo ora alla fase di saldatura dei nuovi condensatori, prendiamo un condensatore e inseriamolo nei fori di quello vecchio facendo assolutamente attenzione alla polarità corretta (e che sia nella giusta posizione rispetto agli altri da mettere) aiutandoci con la serigrafia del condensatore sulla scheda madre. Prendiamo il saldatore che deve essere ben caldo ed immergiamo la sua punta per un attimo nella pasta per saldatura, posizioniamo il saldatore in corrispondenza dei pin e saldiamo entrambi i pin del condensatore. Fate attenzione a non fare sbavature e che lo stagno si saldi bene sia sui reofori del condensatore e sui terminali della scheda madre, la pasta saldante ci aiuterà a pulire le superfici da saldare durante la saldatura.

                  Una volta saldati tutti i condensatori alla stessa maniera non ci rimane che provare la scheda e verificare che tutto funzioni correttamente.

                  Ora vi chiederete come fare per far si che il danneggiamento dei condensatori non accada più: la cosa migliore da fare è garantire più circolazione dell'aria all'interno del case del computer, ordinando i fili al suo interno ed aggiungendo eventualmente una ventola in più.

                  Buon lavoro!

                • TestCom

                  VERSIONE: 1.0 | SISTEMA OPERATIVO: WINDOWS (32/64bit) 2000, XP, Vista e 7 | RILASCIO: OPEN SOURCE

                  TestCom è un programma che permette di trasmettere e ricevere stringhe ASCII attraverso una qualsiasi porta COM (seriale) del computer per testare apparati facenti uso di una porta seriale. La comunicazione avviene nel formato 8N1 con la possibilità di impostare la velocità di comunicazione.

                  Essendo il programma OPEN SOURCE viene fornito anche il codice sorgente per Visual Basic .net che fa uso della classe serialport di .net framework.

                  Il programma non richiede alcuna installazione, è soltanto richiesta la presenza di .net framework 2.0 o superiore. Per poter utilizzare i sorgenti è necessario Visual Basic / Visual Studio .net 2008  o superiore.

                      

                  DOWNLOAD ESEGUIBILE    DOWNLOAD SORGENTI

                • WOL Start Computer

                  VERSIONE: 1.1 | SISTEMA OPERATIVO: WINDOWS (32/64bit) 2000, XP, Vista e 7 | RILASCIO: SOFTWARE GRATUITO

                  WOL Start Computer è un programma senza interfaccia grafica che permette di accendere computer presenti nella stessa rete locale del computer in cui è installato questo programma.
                  L'accensione può essere effettuata su un singolo computer o su un gruppo di computer (come può essere utile nelle aziende) e la selezione di questi avviene editando un file di testo (txt).
                  Con questo programma sarà possibile, dopo aver spento i computer alla fine dell'orario di lavoro (ad esempio in maniera automatica attraverso un file Batch), riattivare i computer.
                  Per fare questo è necessario che nella rete locale dei computer da riattivare sia presente un computer server, sempre attivo, che attraverso l'avvio manuale o pianificato di WOL Start Computer provvederà a riattivare i computer.
                  I computer da riattivare devono necessariamente disporre di una scheda di rete con funzionalità WAKE ON LAN disponibile e abilitata (controllare la documentazione per ciò).
                  Il programma fa uso di un programma esterno chiamato "wolcmd" per inviare alla lista di computer il segnale di wake on lan, tale programma verrà automaticamente copiato dal setup nella cartella del programma (solitamente C:\Programmi\WOL Start Computer). Il programma WolCmd verrà automaticamente richiamato da WOL Star Computer ogni volta che verrà eseguito l'invio di un pacchetto magico ad un computer.

                  COME EDITARE IL FILE DI TESTO TXT:
                  Come detto precedentemente il programma può avviare uno o più computer seguendo una lista. Questa lista è presente in un file txt nella cartella principale del programma (solitamente C:\Programmi\WOL Start Computer) e può essere modificata a piacimento, seguendo la seguente sintassi:

                  [WOLCL]
                  Computer1 6612e23f2a0a
                  Computer2 323276b3bd5f
                  [END]

                  NB:

                  • Tra WOLCL e END è possibile specificare tutti i computer da avviare (in questo caso solo 2)
                  • Tra il nome del computer e il suo MAC address è necessario lasciare uno spazio
                  • Il nome del computer è usato solo a scopo indicativo e pertanto non è critico (può essere anche diverso da quello reale).
                  • Se avete l'UAC di Windows attivo effettuate la modifica del file avviando il programma di modifica (es. Blocco Note o altro) come Amministratore. Questo può essere fatto cliccando con il destro sul programma da avviare e selezionare "Esegui come amministratore".

                  Per concludere ecco alcune FAQ:

                  COME FUNZIONA IL WAKE ON LAN?
                  Il wake on lan è una funzionalità presente in quasi tutte le schede di rete (sopratutto quelle integrate nelle schede madri) che permette di accendere un computer da remoto attraverso la ricezione da parte della scheda di rete del computer da avviare di un pacchetto di dati chiamato Magic Packet (pacchetto magico). L'accensione può avvenire a seconda dei modelli di schede di rete e schede madri da stato spento, di sospensione o standby. Per fare ciò è necessario conoscere l'indirizzo fisico della scheda di rete del computer da avviare, chiamato MAC address. Questo indirizzo è proprio di ogni scheda di rete esistente ed è composto da dodici caratteri alfanumerici in esadecimale (es. 00-00-FF-58-25-FA).

                  COME SCOPRO IL MAC ADDRESS DELLA MIA SCHEDA DI RETE?
                  Aprite il prompt dei comandi e digitate il comando "ipconfig /all" , nella finestra appariranno i dettagli su tutte le connessioni di rete del computer. Guardate la voce INDIRIZZO FISICO e appuntatevi tale indirizzo sotto la descrizione della scheda di rete che dovrà avviare il computer.

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                computer - Massari Electronics